lunedì 1 settembre 2008

Gosaf, il mistero dei 300mila euro e il blitz alla San Giorgio di Giudicianni e Capobianco

S. Maria C. V. – Trecentomila euro. Quasi seicento milioni di vecchie lire. Negli uffici di un qualsiasi Comune non è certo inusuale sentir parlare di quattrini e sentir pronunciare cifre a quattro, cinque o sei zeri. Rappresenta, in pratica, il pane quotidiano di chi è stato delegato o, anche, di chi delegato non è stato, ma lo stesso amministra la cosa pubblica. Ma questa invocazione – evocazione dei trecentomila euro sta saltando fuori, in questi giorni a Santa Maria Capua Vetere, con una frequenza molto più fitta rispetto al normale tran tran delle cifre riguardanti o allegate ad atti amministrativi più o meno importanti. Gioacchino Rossini, nel suo “Barbiere”, connotando uno degli aspetti principali della calunnia, faceva cantare che la medesima è “un venticello” che, tra le altre cose, facilissimamente e rapidissimamente, “salta di loco in loco….e nelle orecchie della gente incomincia a sussurrar”. Ma il mondo del “Barbiere di Siviglia”, raccontato dal grande concittadino di Valentino Rossi, è ben diverso da quello in cui si trova immersa la città di Santa Maria Capua Vetere. In questo caso, quando una voce “salta di loco in loco”, precedenti alla mano e come dimostra, dunque, una solida casistica, vuol dire che non è calunnia, ma uno spiffero di verità o, quanto meno, di mezza verità. Trecentomila euro e la Gosaf, che è l’azienda sannita che qualche anno fa, grazie anche all’entusiastica considerazione che l’allora dirigente ai Tributi Pasquale Zito nutriva per la qualità e la quantità dell’offerta (pubblica, naturalmente!) fatta dal saticulano (cioè nativo di Sant’Agata de’ Goti) Vincenzo Piccoli, si aggiudicò il remuneratissimo incarico novennale dell’organizzazione, della gestione e dell’esazione dei tributi comunali. Cosa c’entrino questi 300mila euro, di cui si parla con insistenza a palazzo Lucarelli, con quest’appalto lo dovremmo “scoprire vivendo”, soprattutto se chi scrive avrà il tempo per applicarsi un po’ di più a questo caso che diventa sempre più interessante. Per il momento, ci limitiamo a dire che questa storia dei 300mila, legati non si sa ancora a che cosa, è saltata fuori all’indomani di una tempestosa visita fatta dall’imprenditore sannita Piccoli, “una scarpa grossa e cervello fino” mica da niente, titolare della Gosaf, al Comune di Santa Maria all’indomani del verdetto negativo del Consiglio di Stato sulla gara che la società caudina si era aggiudicata a spese dell’Associazione temporanea, costituita da altri due campioni dell’esazione: la casertana Teleservizi, che nacque anni fa da un’idea dell’allora imprenditore del settore rifiuti Nicola Ferraro, divenuto poi consigliere regionale Udeur, e della settentrionalissima San Giorgio, società anch’essa presente su questo territorio con significativi incarichi, come nella parte finale di quest’articolo, andremo a specificare.Ma ora procediamo per ordine: Piccoli è incazzato nero. Il suo colloquio con il sindaco Giudicianni è stato, a dir poco, tempestoso. Per il momento, ci ha perso una barca di quattrini e per di più, come ha sottolineato nei giorni scorsi il consigliere comunale del Mpa, Gaetano Rauso, ha dovuto imbarcare una serie di ragazzotti raccomandati dai politici locali che ora rischiano di rimanergli sul groppone.Insomma, per Giudicianni si tratta di una vera e propria patata bollente. Provvidenziale, dunque, è apparso il contributo che gli sta fornendo per dipanare la matassa, il consigliere Enrico Monaco, che, in qualche modo, osserva tutte le operazioni anche per nome e per conto dell’ormai ex dirigente Pasquale Zito, padre, quanto meno putativo, dell’intera operazione Gosaf. Si cerca una soluzione. E questa potrebbe arrivare qualora la Teleservizi e la San Giorgio abbassassero i loro fucili da tempo puntati su quell’incarico, che hanno, dal primo momento, considerato illegittimo, e con cui hanno impallinato Vincenzo Piccoli, prima presentando e poi vincendo il ricorso al Consiglio di Stato. E veniamo, allora, come promesso, alla San Giorgio, che a Caserta fa rima con Franco Capobianco, assessore provinciale alle Attività produttive e grandissimo estimatore della qualità e, ovviamente, della quantità dei servizi erogati dalla società ligure. E siccome la Liguria, specialmente in agosto, è bellissima, quale migliore contingenza temporale di questa per non approfittare dell’occasione? Capobianco e Giudicianni, questa strana coppia dell’estate, che, tra le altre cose, dovrebbe essere politicamente rappresentativa di posizioni agli antipodi nel Pd, sarebbero volati insieme nella sede nazionale della San Giorgio. Obiettivo: affrontare l’intricato nodo della gara di Santa Maria, demolita dal Consiglio di Stato e, nel contempo, stabilire un rapporto con un sindaco, qual è Giudicianni, di una città importante delle nostre parti, luoghi in cui la San Giorgio ha guadagnato negli ultimi anni un bel po’ di quattrini grazie agli incarichi incassati dagli enti locali. E qui termina la seconda e, per ora, ultima puntata della vicenda Gosaf. E’ chiaro che di racconti ed ulteriori capitoli ce ne saranno altri, visto, che, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, non si capisce bene chi, come e quando si occuperà della delicatissima funzione di gestire il pagamento dei tributi nella città del foro. E poi, c’è quella cosa dei 300mila euro che ci ronza nelle orecchie!!!. Autore: Gianluigi Guarino - Fonte: www.casertace.it

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